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IL BULLISMO - Definizione

Il fenomeno del bullismo è stato studiato per la prima volta nel 1978 in Norvegia;  9 anni dopo, nel 1987, il termine bullismo appariva in molte riviste scientifiche.
Sebbene questo fenomeno sia stato notato e “scoperto” negli anni ’70 non si deve credere che sia nato in quegli anni. Si tratta infatti di un’altra espressione del comportamento violento che caratterizza la natura umana. 
Il fenomeno del bullismo coinvolge diversi attori:

  • Il bambino/l’adolescente vittima di bullismo
  • l bambino/il gruppo di bambini/adolescenti autori del bullismo
  • Gli osservatori
  • Le figure educative
  • I genitori

In base alla definizione di Olweus, si parla di bullismo quando un bambino/adolescente
“è esposto ripetutamente nel tempo alle azioni offensive di una o più persone.”
Il termine “offensive” si riferisce alle azioni con cui
 “una persona deliberatamente fa del male o causa difficoltà emotive ad un’altra persona, attraverso il contatto fisico, l’abuso verbale o altri mezzi”.
Un importante parametro che emerge è quello della ripetitività. Il fenomeno del bullismo non è un episodio isolato o uno scontro occasionale tra due ragazzi nel cortile.  Il bullismo prevede, infine, uno sbilanciamento di potere e autorità tra il bullo e la vittima.
Il risultato di queste azioni è il secondo importante parametro. Gli atti di bullismo causano o possono causare un danno fisico o emozionale (comportamentale) alla vittima.

L’ultimo parametro ha a che fare con le diverse forme di bullismo che può essere fisico, verbale o di altro tipo. In genere rientrano nel bullismo:

  • Atti di violenza fisica quali picchiare, dare i pizzicotti, mordere, spingere
  • Esclusione intenzionale e frequente dalle attività del gruppo, isolamento sociale o esclusione
  • Molestia sessuale
  • Uso di espressioni oltraggiose ed offensive, prese in giro, uso di soprannomi, derisione
  • Minacce e ricatti
  • Uso di espressioni oltraggiose o insulti riguardanti la razza, l’etnia, la religione, la disabilità o l’identità sessuale della vittima.
  • Furto o danneggiamenti di beni che appartengono alla vittima
  • Allontanamento intenzionale da parte degli amici
  • Diffusione di pettegolezzi e false notizie 
  • Cyberbullismo (descritto come “il danno ripetuto e intenzionale causato da azioni di bullismo attuate attraverso l’utilizzo di computer, cellulari e altri mezzi elettronici”). Il cyberbullismo avviene più frequentemente in siti visitati da un grande numero di adolescenti.

Bullismo o scherzo

Olweus enfatizza la differenza tra il bullismo e lo scherzo in una situazione di gioco. ‘Lo scherzo’ di solito avviene tra amici e non provoca un dolore fisico all’altro; al contrario il bullismo coinvolge persone che non hanno relazioni amichevoli.

La caratteristica dello sbilanciamento  di potere che Olweus ha inserito nella sua definizione si può riferire al caratteristiche individuali e sociali del bullo e della vittima.

Uno scherzo può facilmente trasformarsi in bullismo se si verifica per lungo tempo e soprattutto quando il bambino sente che le azioni degli altri non sono intese come un gioco e non restano nei confini accettabili del gioco.